C’era una volta un castello (Castrum Respampini) che nel XXII secolo apparteneva ai conti di Vetralla, una delle famiglie più importanti della Tuscia. Fu al centro di importanti e complesse vicende belliche per il possesso territoriale dell’area tra Viterbo, Roma, il papa e l’imperatore Federico II di Svevia finchè venne confiscato dalla chiesa per poi essere ceduto all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Gli esperti amministratori dell’Ospedale, attraverso un’intelligente opera di migliorie iniziarono a sfruttare al massimo l’intero fondo che, unito a quello di Monte Romano, garantiva enormi rendite provenienti dai raccolti. Intanto opere di canalizzazione per l’irrigazione, la costruzione del ponte di Fra Cirillo, importanti opere di drenaggio e bonifica unita ad una razionale coltivazione delle terre, arricchivano la Rocca e l’intero possedimento agricolo.
La vecchia rocca ridotta ormai a rudere venne sostituita dalla costruzione della Rocca Nuova. L’idea iniziale era ambiziosa: un palazzo/fattoria indipendente ed abbastanza dignitoso per ospitare sia il governatore con il seguito dei suoi funzionari, pieve e pievano oltre alle famiglie contadine che qui lavoravano. Fu iniziata nel 1607 e mai completata. Oggi presenta l’aspetto tipico di un palazzo fortificato caratterizzato da una pianta rettangolare, sormontata nel prospetto principale da due torrioni, con annessa area centrale scoperta e chiesa. Nel suo interno seppur ampiamente restaurato e NON VISITABILE, conserva la grande sala con gigantesco camino scolpito, i soffitti a cassettoni, stemmi, le cucine e le segrete: testimonianze di una realtà che rispecchia il periodo in cui è stato realizzato e il ricordo di storie, delitti e segreti di questo sconosciuto angolo della Tuscia.
Scendendo l’antica strada consolare romana Clodia verso la Valle del fiume Traponzo si arriva al ponte di Fra’ Cirillo che, secondo la leggenda venne costruito in una sola notte (tra il 1661 e il 1665) a seguito di una scommessa che il frate fece con il Diavolo in persona.Poco più avanti, su un alto sperone di tufo si erge la Rocca Vecchia, un insediamento sorto nell’XI secolo (su un precedente sito etrusco) a controllo della Clodia. L’abitato è ormai totalmente distrutto, rimangono alcuni tratti di mura perimetrali, dei monconi di torri ed il campanile a vela della pieve di San Giovanni.
Qui si incontrano altre testimonianze del passato che dal periodo preistorico, etrusco-romano, medioevale arrivano a quello moderno. Piccole cascate, robuste vacche maremmane al pascolo, importanti prodotti vulcanici e una vasta quantità di erbe che andremo a riconoscere renderanno questa esperienza ancora più ricca e completa.
A cura di Antico Presente
Guide
Sabrina Moscatelli, Guida Turistica Abilitata e Guida Ambientale Escursionistica A.I.G.A.E e Maria Giulia Catemario Guida Ambientale Escursionistica A.I.G.A.E
Dati tecnici
Il percorso, facile/ medio, è lungo 9 km con un dislivello di 200 mt. Durata 4 ore compresa la pausa pranzo.
Appuntamento
Sabato 16 ottobre 2021 alle ore 10.00 alla chiesa di Sant’Antonio Abbate al km 11 della SP11 tra Vetralla e Tuscania vicino all’ex ristorante Fra Cirillo. Riconoscerete il luogo dalla Chiesa e campanile alto e moderno sulla strada. Per il luogo preciso CLICCA QUI.
Equipaggiamento
Abbigliamento sportivo con pantaloni lunghi, giacca a vento, cappello, scarponcini da trekking, repellente per insetti, gel, mascherina, acqua e pranzo al sacco. Utili i bastoncini.
Condizioni
Prenotazione obbligatoria alla quale si riceverà conferma sulla disponibilità.
La guida si riserva il diritto di annullare o modificare l’itinerario proposto a sua discrezione, per garantire la sicurezza in base alle condizioni del meteo, del sentiero e dei partecipanti.
Con la prenotazione i partecipanti dichiarano di avere la giusta preparazione per l’escursione.
Quota individuale
€ 15,00 comprensiva di polizza professionale RC. I ragazzi fino a 16 anni non pagano la quota di partecipazione.
Informazioni e prenotazione
Sabrina 339 5718135, info@anticopresente.it, www.anticopresente.it