Escursione tra i Cavoni e le Cascate di Nepi
Bande in festa a Soriano nel Cimino il 2 luglio
“Una tristezza così non la sentivo da mai. Ma poi la banda arrivò e allora tutto passò. Volevo dire di no quando la banda passò. Ma il mio ragazzo era lì e allora dissi di sì” cantava Mina.
Quel suono che si sente da lontano e che, a poco a poco, si avvicina, porta gioia e festa.
Le bande musicali rappresentano da sempre tradizione, innovazione, creatività.
Il classico palcoscenico non c’è perché la banda si esibisce solitamente in una dimensione più quotidiana e informale. Il potere della banda di agire, portare le persone al movimento, è da identificare nel ruolo significativo che l’arte dei suoni ha avuto nell’evoluzione umana, sia come regolatore delle funzioni biologiche, sia per le capacità di permettere la coordinazione collettiva di un’attività.
Domenica 2 luglio, alle ore 18, in piazza Vittorio Emanuele II, nel borgo di Soriano nel Cimino, ci sarà una grande festa con la banda musicale di Soriano e la banda musicale di Ceccano e con le ragazze pon pon: buona musica e tanto, tanto divertimento per tutti.
Ricordiamo un po’ di storia della gloriosa banda musicale di Soriano nel Cimino.
Si ignora l’esatta data di costituzione della più antica Banda Musicale di Soriano. Comunque essa deve collocarsi tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primissimi del Novecento, in quanto, nel 1903, essa si era già disciolta e, come risulta dai documenti del locale Archivio
Comunale.
In una seduta consiliare del 10 aprile 1903, venne presa in considerazione la “Domanda di vari cittadini (in maggioranza appartenuti alla Banda originaria) per la concessione dell’uso degli strumenti musicali del Comune (in dotazione della disciolta Banda), con la promessa che si vorrà loro corrispondere un compenso in corrispettivo dei servizi pubblici, a fare i quali intendono costituirsi in (una nuova) Società Bandistica”.
Sempre nel corso del 1903 anche un altro gruppo di giovani aspiranti presentò analoga domanda e l’Amministrazione Comunale, nella seduta consiliare del 9 ottobre, decise di soddisfare entrambe le richieste, deliberando quanto segue: “Il Consiglio accorda ai richiedenti l’uso
degl’istrumenti, riservandosi la facoltà di ritirarli ad ogni momento, quando credesse di favorire qualche nuova iniziativa musicale più importante”, prevedendo, per i giovani allievi, la frequenza di un corso di teoria musicale semestrale e imponendo l’obbligo, da parte della nuova Società, dell’adempimento di una serie di compiti e servizi da rendere al Comune. Questo, da parte sua, si impegnava a corrispondere “alla Società Bandistica il compenso di £. 50 per ogni sevizio che potrà fare sotto la direzione di un maestro patentato … con un numero almeno di venti suonatori … ed un minimo di venti servizi all’anno per cinque anni, salvo ad aumentarli secondo l’occorrenza”. Venne anche stabilito “un assegno annuo da stanziarsi in bilancio per la durata di cinque anni, tale che possa bastare allo stipendio di un maestro con grado accademico, da eleggersi dalla Società stessa”.
Qualche anno più tardi, esattamente con una delibera del 21 ottobre 1910 ed una sua successiva ratifica, venne anche istituita una vera e propria Scuola di Musica, per la preparazione degli aspiranti ad entrare in Banda, con sede presso un locale a pianterreno dell’ex convento agostiniano attiguo alla chiesa di Sant’Agostino di Soriano nel Cimino, ove si esercitavano anche i componenti di una locale “Filarmonica”.
Infine, in un verbale di seduta consiliare dell’agosto 1916, si legge: “Il Consiglio approva il capitolato per il maestro di musica, cui verrà corrisposto lo stipendio di £. 1200 annue, oltre £. 300 per la direzione della Banda e £. 100 per quella della Filarmonica”.
La Filarmonica, purtroppo, sopravvisse solo per circa un decennio. La Banda Musicale Comunale, invece, sebbene con alterne vicende, esiste e resiste ancor oggi. I componenti sono sempre di più, formati gratuitamente, per allietare feste e rappresentazioni. Non mancate alla festa organizzata a Soriano nel Cimino domenica 2 luglio!
Blera, tra sacro e profano, al via la notte delle streghe
Al calar del sole, verrà oltrepassata la porta dell’antico borgo di Blera, lasciando con essa ogni tipo di protezione e contatto con la realtà. Man mano le luci dell’abitato si affievoliranno e si scenderà proprio nella parte più profonda, cuore della forra. Questo luogo, intriso di antiche vestigia e ombre del passato, sarà una sorta di introduzione a questo percorso.
Nel fondo valle, proprio come in un calderone, si fonde il sacro con il profano, gli etruschi ai cristiani, le leggende di un drago e le imprese valorose del santo patrono fino ad arrivare al quadrivio dove si incontravano le streghe di Blera. Storie eroiche, secoli bui e salvezze di anime, sintetizzate in due parole: buio e luce! Anche questa escursione infatti sarà al buio, illuminata però dalla luce delle piccole lucciole.
Il percorso costeggia il fiume e, nella riva opposta, la città eterna degli antichi etruschi con i loro sepolcri. Si passerà in prossimità di un piccolo santuario etrusco, percependo, senza filtri, la sacralità del luogo. Poi si arriverà al piccolo santuario della Madonna della Selva, testimonianza della devozione Mariana del popolo di Blera e dei rituali a esso connessi. Restando poi sul filo dei rituali, si parlerà di uno molto interessante: la preparazione dell’acqua di San Giovanni, che ricorre proprio in questi giorni, ed è a metà tra magia e religione cristiana.
Quella di San Giovanni (tra il 23 e 24 giugno) è la notte che decide i destini dell’intero anno solare, dove vengono svolte pratiche divinatorie, lavacri di purificazione, falò rituali, raccolta notturna di rugiada ed erbe benefiche. L’ipotesi più probabile è che il Cristianesimo integrò all’interno della propria liturgia le due feste pagane (del 24 giugno e del 25 dicembre), rievocative del solstizio estivo e invernale.
Strettamente collegata alla notte di San Giovanni è la notte delle streghe italiche, la più breve dell’anno. E’ durante la suddetta notte che le donne desiderose di restare incinte potevano realizzare il proprio sogno: era necessario recarsi al famoso noce e ivi bagnarsi le parti intime con la rugiada. Ed è con le erbe di San Giovanni che un ignaro testimone poteva curare il malocchio procurato da quegli stessi riti in cui si era sbadatamente imbattuto. Addebitarono alle streghe epidemie e morti premature. Guardate con sospetto per certe abilità di ostetriche e di curatrici o perché forestiere senza figli, furono le colpevoli eccellenti di un’epoca di transizione in cui la donna aveva perso la sua sacralità. La tradizione vuole che in questo particolare momento astrale, si radunassero nei crocicchi delle strade per espletare i loro sortilegi, dal momento che a loro volta erano favorite dalle speciali potenzialità dell’acqua di San Giovanni.
Dopo aver lasciato la Via Cava etrusca e percorso la forra, ci si dirigerà verso una carrozzabile poco frequentata fino a raggiungere un tratto della ferrovia dismessa con annessa stazione abbandonata. Tante differenti strade per percorrere tanti differenti storie e secoli. Dal quartiere periferico del borgo si attraverserà una tagliata recente, fino a rimanere sospesi sull’alto ponte moderno, che, come una linea di confine ci mostra il profilo del paese adagiato sulla rupe e illuminato come un presepe, per condurre il visitatore nuovamente ai nostri tempi e alla sua realtà.
Ripopolamento ittico lago di Bolsena, delegazione con Rotelli e Sabatini al ministero dell’Ambiente
Civitonix: arriva il festival del gioco e del e del fumetto.
Civita Castellana: al via la I edizione del festival del fumetto, sabato 11 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 22.00
Per una domenica il Bosco Primo Maggio si trasforma nel regno del comics con fumetti, games, food, talk, shop.
Programma
10.00- Apertura Area comics • Area prestito giochi
Area shops • Area food • Giochi in legno
Area bambini • Arene combattimento
11.30 – 12.30 GDM: Giochi di Media
Torneo di Cornhole
14.00-15.00
Il salotto del cosplay
Sessione GDR con Matt Aster
15.00-16.00
Made in USA
16.00-17.00
Come nasce un gioco da tavolo
Torneo di Vudù
17.00-18.00
La compagnia delle indie
Torneo di Cornhole
18.00-19.00
L’industria dei giochi da tavolo
22.00
Chiusura evento
Vincono un viaggio in Scozia giocando ogni lunedì al Quiz Game del Toto’s
VITERBO – Sei ragazzi viterbesi si sono aggiudicati un viaggio in Scozia giocando ogni lunedì al Quiz Game del Toto’s, da ottobre a maggio. Si fanno chiamare Fifa32 e, grazie a talento, buona volontà e costanza, hanno vinto l’ambito premio messo in palio dallo storico locale in via Genova, il Castello dal Cuore di Scozia.
“Per noi è sempre una grande soddisfazione quando riusciamo a rendere felici i nostri clienti e ci piace far conoscere il Paese a cui il locale è ispirato – commenta Antonio Posati, il titolare del Toto’s – Il team Fifa32 non è mai mancato all’appuntamento fisso del lunedì, si è meritato questo viaggio”.
La finale si è svolta martedì 30 maggio e si è conclusa con la consegna di un biglietto aereo gigante ai sei giovani che presto partiranno per la Scozia e che sicuramente parteciperanno anche alla prossima stagione.
“Stiamo già ricevendo le prime iscrizioni per ottobre 2023, quando ripartirà la competizione e si potrà di nuovo vincere un viaggio in Scozia” – conclude Posati.
La porta di Giove, Falerii Novi
Viterbo, Il Rotary partecipa all’inaugurazione della mostra internazionale “Machines for Peace”
VITERBO – Tornata nella città dei papi la delegazione rotariana che ha assistito all’inaugurazione della mostra internazionale “Machines for Peace” organizzata dalla rete Gramas, Grandi macchine a spalla, patrimonio Unesco, insieme ai rappresentanti dei club coinvolti, la rappresentanza del Sodalizio Facchini di Santa Rosa e i portatori delle altre realtà, la Varia di Palmi, la Festa dei Gigli di Nola e i Candelieri di Sassari. Per tutti l’onore di rappresentare la Nazione e le sue tradizioni più belle nella festa della Repubblica organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Praga.
“Un evento importante al quale ha partecipato, ospite dell’Ambasciatore Mauro Marsili, un numerosissimo pubblico, tra le quali le autorità municipali di Praga e governative della Repubblica Ceca e i rappresentanti dei corpi diplomatici degli altri Paesi a Praga, l’imprenditoria italiana, la comunità praghese, il mondo dell’associazionismo – ha precisato Patrizia Nardi, coordinatore della rete e curatrice della mostra -. Alla soddisfazione dell’essere stati ancora una volta insieme, Gramas, Facchini di Santa Rosa di Viterbo, Fondazione Festa dei Gigli, Rotary International di Viterbo e Rotary-E con il FRACH e la presidente internazionale Giovanna Mastrotisi, coniughiamo la consapevolezza del saper fare ‘insieme’, che è l’unica cosa attraverso la quale un Patrimonio Unesco esiste e continuerà ad esistere”.
Nel quadro delle celebrazioni, l’Ambasciatore Marsili ha ricordato la candidatura di Roma ad ospitare l’Expo del 2030 e sono stati proiettati diversi video promozionali su Roma EXPO 2030 e sul Made in Italy. In esclusiva per gli ospiti è stata inoltre allestita nella Cappella barocca dell’Istituto la mostra “Macchine di pace”, aperta ufficialmente al pubblico dal 5 giugno. “Saluto cordialmente tra noi i rappresentanti delle istituzioni e delle comunità di queste quattro città, la dottoressa Patrizia Nardi, ideatrice e curatrice della mostra, e vi invito a visitare la mostra per scoprire la molteplicità di forme nella cultura della festa religiosa in Italia. Nella nostra cappella barocca potrete ammirare i grandi teli fotografici e una videoinstallazione, un tesoro della cultura italiana, iscritto dal 2013 nella lista UNESCO del patrimonio immateriale dell’umanità. Si tratta del tradizionale uso di scenografiche macchine devozionali portate a spalla nelle quattro feste sacre di Nola, Palmi, Sassari e Viterbo”, ha precisato l’Ambasciatore d’Italia a Praga, Mauro Marsili.
All’ambasciatore sono stati consegnati i gagliardetti Rotary, in rappresentanza del distretto 2080 presieduto dal governatore Guido Franceschetti, del Rotary Club Viterbo con il presidente Lamberto Scorzino, l’E Club Italia 2102 presieduto da Luigi Ruben de Maio e Giovanna Mastrotisi, Presidente Internazionale F.R.A.C.H.
Il sodalizio Facchini di Santa Rosa ha donato all’ambasciatore una targa commemorativa, consegnata dai facchini Luigi Profili, Marco Gemini e Giovanni Aluisi.
“E’ stato davvero un onore celebrare la Repubblica Italiana festeggiando insieme alla Rete Gramas, ai Facchini di Santa Rosa e a tutti i rappresentanti italiani coinvolti, dal nostro governatore ai colleghi ed amici presidenti – ha concluso Lamberto Scorzino -. Nel discorso dell’Ambasciatore Marsili è stata ricordata la guerra in Ucraina come una ferita ancora aperta, questa unione d’intenti che ci coinvolge in Macchine di Pace sia davvero di auspicio per la conclusione del conflitto, anche in virtù del messaggio religioso e di devozione insito nelle nostre quattro feste, celebrate con le macchine a spalla”.
Il progetto, sviluppato in sinergia con l’Istituto Centrale del patrimonio Immateriale, è patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
Viterbo, 6 giugno 2023
Rotary Club Viterbo – Distretto 2080
L’ufficio stampa
Bolsena, Paolo Berti in mostra con un esposizione dedicata al tema della pace.
Sarà inaugurata il 10 giugno, alle 17, alla sala multimediale dell’Ufficio turistico di Bolsena, al civico 9 di piazza di piazza Giacomo Matteotti, la mostra dell’artista Paolo Berti dedicata al tema della pace. L’esposizione (ingresso libero), che rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 15 luglio, è patrocinata dal Comune di Bolsena, dal Centro Internazionale della Pace di Assisi e da GalleriaViva. “La Pace è quiete, silenzi, stare con se stessi, a volte soli, a volte con chi stai amando, è serenità sui volti delle mamme e dei loro bambini, sul riposo degli anziani e tra le strade delle città – dichiara Paolo Berti -.
Questo è negato con la guerra, dalle guerre. Sono la più stupida azione della politica, non dimostra né civiltà, né ragione, fa soltanto danni e rumore, crea pianto. Derivati della guerra sono le azioni disoneste, le manovre per il denaro su qualsiasi pelle, le vigliacche lotte tra potenti e deboli per la supremazia dei primi, la ricerca di un benessere e di una fama a tutti i costi, senza pensare che il tempo perso per raggiungere questi turpi fini è sottratto alla vita serena e alla pace loro e delle loro vittime a volte inconsapevoli di ogni truffa e violenza sociale, ammantate a volte di un falso, ipocrita buonismo. Queste mie dieci opere sono silenziose, sguardi verso la pace di una persona in pace con se stessa, nel “rifugio” dove abita, verso il cielo anch’esso trivellato di colpi d’arma da fuoco ma invulnerabile, tra le rovine, in uno sguardo e con un atteggiamento molto simile seppur intriso di rassegnazione e malinconico disprezzo, che fu dipinto da Friedrich, ma lui dipinse vedute dal cielo, nel cielo della pace”. Artista conosciuto e apprezzato a livello nazionale per le sue molteplici attività espositive e per un passato di artista ormai consolidato, Paolo Berti è impegnato nel sociale ed è stato insignito del titolo di Cavaliere della Pace per il Millennio, il 4 gennaio di quest’anno, in occasione di un incontro con il presidente nazionale Gianfranco Costa e quello provinciale Belli, insieme al sindaco Paolo Dottarelli e all’assessore alla cultura Raffaella Bruti.