CAPRAROLA
Le origini di Caprarola risalgono al XI secolo. Durante il medioevo. Numerose furono le famiglie Feudatarie che si contesero la supremazia dell’antico feudo di Caprarola, dagli dagli Orsini ai prefetti di Vico ai conti d’ Anguillara nel 1370.
CANEPINA
Numerosi reperti nelle campagne limitrofe testimoniano le antiche origini Etrusco -Romane di Canepina.
Fondata dai prefetti di Vico nel 1058, durante il Papato di Papa Leone IX, fecero edificare un imponente castello in una splendida posizione dominante. Successivamente subentrarono gli Orsini poi gli Anguillara e i Colonna. Nel 1154 il castello venne acquistato da Adriano IV divenendo così patrimonio di S. Pietro. Nel 1170 i Viterbesi, vittoriosi su Ferento, Corneto e Orvieto, cercarono di conquistare il castello di Canepina ma solo nel 1174 vennne comprovato a Viterbo dall’arcivescovo Cristiano di Magonza, Cancelliere Imperiale il possesso dei vari castelli fra cui quello di Canapina. Nel 1332 i Viterbesi come garanzia di fedeltà, donarono il castello di Canepina alla S. Sede; Nel 1534 alla morte di Clemente VII, Papa Paolo III, con la Bolla “Vices licet imeriti”, del 31 ottobre 1537, costituì per i suoi discendenti il Ducato di Castro, che comprendeva i territori dal Lago di Bolsena al litorale tirrenico e vi aggiunse la contea di Ronciglione, di cui entrò a far parte anche Canepina.
La vita dello stato farnesiano durò poco più di un secolo: infatti nel 1649 l’inimicizia del Papa Innocenzo X e disua cognata, donna Olimpia Maidalchini Pamphili, portò alla distruzione di Castro ed alla fine del ducato, con il conseguente ritorno dei territori sotto la giurisdizione pontificia.
Etimologia
Il nome si riferisce all’attività svolta in loco nel periodo medioevale: ossia la coltivazione della canapa.
VITERBO
L’altura vulcanica su cui sorge l’abitato è stata probabilmente sede in età preistorica di un villaggio dell’Antica età del Bronzo, come attestano i numerosi manufatti individuati ai piedi dell’acrocoro. Notizie di un insediamento stabile si hanno però solo con il Medioevo. Quasi al termine della via principale, Via Vittorio Emanuele, fino al 1930 si ergeva una torre a pianta pentagonale avanzo di una rocca longobarda, detta di Desiderio – l’ultimo Re Longobardo che intorno al 771 fortificava Viterbo ed i borghi vicino per contrastare i franchi di Carlo Magno. Una targa originale di marmo del 1280 – situata all’ingresso della Chiesa principale di S. Maria Assunta – indica che la stessa fu edificata nel 1280, durante la sede vacante del papato che seguì alla morte di Papa Nicola III Orsini. Barbarano faceva quindi parte del Ducato romano longobardo che a seguito della donazione di Liutprando del 728 era poi divenuto possesso della Chiesa nel secolo VIII. Feudo degli Anguillara nel secolo XIV, passò poi agli Orsini e infine ai Borgia nel secolo XV.
Cenni Storici
L’altura vulcanica su cui sorge l’abitato è stata probabilmente sede in età preistorica di un villaggio dell’Antica età del Bronzo, come attestano i numerosi manufatti individuati ai piedi dell’acrocoro. Notizie di un insediamento stabile si hanno però solo con il Medioevo. Quasi al termine della via principale, Via Vittorio Emanuele, fino al 1930 si ergeva una torre a pianta pentagonale avanzo di una rocca longobarda, detta di Desiderio – l’ultimo Re Longobardo che intorno al 771 fortificava Viterbo ed i borghi vicino per contrastare i franchi di Carlo Magno. Una targa originale di marmo del 1280 – situata all’ingresso della Chiesa principale di S. Maria Assunta – indica che la stessa fu edificata nel 1280, durante la sede vacante del papato che seguì alla morte di Papa Nicola III Orsini. Barbarano faceva quindi parte del Ducato romano longobardo che a seguito della donazione di Liutprando del 728 era poi divenuto possesso della Chiesa nel secolo VIII. Feudo degli Anguillara nel secolo XIV, passò poi agli Orsini e infine ai Borgia nel secolo XV.
L’altura vulcanica su cui sorge l’abitato è stata probabilmente sede in età preistorica di un villaggio dell’Antica età del Bronzo, come attestano i numerosi manufatti individuati ai piedi dell’acrocoro. Notizie di un insediamento stabile si hanno però solo con il Medioevo. Quasi al termine della via principale, Via Vittorio Emanuele, fino al 1930 si ergeva una torre a pianta pentagonale avanzo di una rocca longobarda, detta di Desiderio – l’ultimo Re Longobardo che intorno al 771 fortificava Viterbo ed i borghi vicino per contrastare i franchi di Carlo Magno. Una targa originale di marmo del 1280 – situata all’ingresso della Chiesa principale di S. Maria Assunta – indica che la stessa fu edificata nel 1280, durante la sede vacante del papato che seguì alla morte di Papa Nicola III Orsini. Barbarano faceva quindi parte del Ducato romano longobardo che a seguito della donazione di Liutprando del 728 era poi divenuto possesso della Chiesa nel secolo VIII. Feudo degli Anguillara nel secolo XIV, passò poi agli Orsini e infine ai Borgia nel secolo XV.
ph Garbugli Francesco Maria
VETRALLA
Secondo la tradizione Vetralla fu fondata dai Galli della Scizia che in origine l’avrebbero chiamata Veter Galla ovvero “Vecchia Gallia”.
Situata nel cuore del territorio degli Etruschi, è stata occupata con continuità a partire dall’ Alto Medioevo. Le Mura e parte della pavimentazione rinvenuti nei pressi di S. Maria di Forcassi costituiscono una delle maggiori testimonianze del ben noto Forum Cassii Romano, tombe a fossa rinvenute a Cerracchio e Poggio Montano testimoniano che Vetralla fu in origine un pagus villanoviano da collocarsi a ridosso del risalenti all’VIII e VI secolo a.C. La nascita del nucleo originario dell’attuale cittadina risale al tardo impero quando per ragioni difensive fu realizzato un piccolo castrum sullo sperone roccioso che si affaccia sulla valle di S. Antonio. La sua posizione geografica, situata lungo la via Francigena a pochi chilometri da altre due arterie viarie Romane importantissime, la clodia e l’aurelia, fu da sempre considerata un valore aggiunto per il florente sviluppo che Vetralla conobbe nel corso degli anni. Fù incorporata a partire dal 728, anno in cui il Re Liutprando donò l’a Città di Sutri a Papa Grgorio II, nei possedimenti dello stato pontificio. Tra il 1110 e 1134 passò sotto il dominio dei signori di Viterbo. Successivamente il territorio fù a lungo conteso dalle più note e potenti famiglie nobiliari legate al papato, dagli Orsini ai De Vico che mantennero il controllo fino al 1435 finchè l’ultimo signore fu rimosso dal cardinale Giovanni Vitelleschi, imprigionato nella fortezza di Soriano e decapitato. Subentrarono i Borgia nel 1474 a cui seguirono in ordine di tempo Lorenzo Cybo e Alessandro Farnese nel 1534.
Etimologia
deriva dal latino veteranula (da veterana) che ha un significato riferito al terreno e potrebbe legarsi anche al latino vetus, -eris (vecchio) che potrebbe indicare “terra vecchia” nel senso di incolta
CAPRANICA
Sebbene le prime notizie certe dell’attuale Capranica si collocano a partite dall’anno 1050 i primi Insediamenti nei territori di capranica risalgono all’epoca degli Etruschi. Posta sotto la giurisdizione del convento sutrino dei SS. Cosma e Damiano fu a partire dal 1300, con la famiglia Anguillara, che inizio a svilupparsi come centro indipendente.
Passata nelle mani degli Orsini capranica inizio a sviluppare la sua influenza sui territori circostanti tanto da essere coinvolta nella guerra che i Conti combatterono contro i Prefetti di Vico per tutto il XIV secolo. Nel 1435 il conte Everso combattè a fianco di Papa Eugenio IV per cacciare l’ultimo prefetto Giacomo di Vico e i suoi due figli Menelao e Securanza. Deifobo e Francesco, successori del Conte Everso, a seguito degli scontri con papa Paolo II provocarono la caduta degli Anguillara il 7 luglio 1465.
Papa Paolo II donò a Capranica un cardinale governatore che fece del borgo il capoluogo del governatorato. Prima del 1700 in questo periodo, sotto la guida dei cardinali, il paese venne ampliato e furono costruiti i palazzi più importanti.
Nel 1831 Papa Leone XII tolse a Capranica il titolo di capoluogo. Durante la Seconda guerra mondiale fu più volte colpita dalle bombe.
Chiamata in passato Caprinica di Sutri, secondo la tradizione si riferisce alle caprarecce (stalla per capre) realizzate dagli abitanti del primissimo insediamento. Secondo altri “Capranica” era il nome del fondatore del paese nei tempi antichi.
Chiesa di San Terenziano al MonteChiesa di San Rocco (costruita intorno all’anno 1495)Chiesa di San Giovanni Evangelista (consacrata nel 1842)Chiesa di San FrancescoChiesa della Madonna delle GrazieChiesa della Madonna del Piano
Giacinta Marescotti
Figlia del principe Marcantonio Marescotti, Clarice nacque nel 1585, nel castello di Vignanello. Religiosa Italiana appartenente al Terzo Ordine francescano è stata proclamata santa da papa Pio VII nel 1807. Fin da piccola sognava un matrimonio degno del suo casato ma quando le si presentò l’occasione di poter sposare un giovane marchese, Paolo Capizucchi, degno del suo casato, i genitori preferirono sistemare per prima la sorella minore Ortensia. Grande fu la delusione per Clarice che reagì rendendo la vita impossibile a genitori e parenti. Suo padre Marcantonio la costrinse ad entrare nel convento delle clarisse. Ma la giovane non si arrese e la sua conversione nei primi anni fu soltanto esteriore: in convento suor Giacinta tenne atteggamenti contrari alla disciplina della devozione. Terziaria francescana, non costretta alla clausura, viveva in un appartamentino ben arredato e faceva di tutto per distinguersi dalle altre religiose. fin quando all’età di 30 anni a causa di una gravissima malattia si ritrovò sola e gridò forte “O Dio ti supplico, dai un senso alla mia vita, dammi la speranza, dammi la salvezza!”Capì di non voler vivere di rancore e repentinamente decide di cambiare. Chiese perdono alle consorelle, si privò del superfluo, si sottopose a severe penitenze, Nella sua stanza l’unico ornamento divenne una grande croce. Dedicò la sua vita alla meditazione sui dolori della passione, è divenne devota dello Spirito Santo. L’amore di Dio l’avvicinò ai più poveri a cui donava il suo cibo, le vesti, le coperte del letto. Poi iniziò a chiedere aiuto agli amici di un tempo per sostenere due importanti opere di carità: I Sacconi, infermieri, per l’assistenza agli ammalati e gli Oblati di Maria per la cura delle persone anziane.Morì a Viterbo nel 1640 fu da subito venerata come santa dalle consorelle e dai fedeli.
Sapevate che…
Il corpo è esposto nella chiesa del Monastero di San Bernardino, a Viterbo. Fu beatificata dal Papa Benedetto XIII nel 1726 e proclamata santa dal Papa Pio VII nel 1807. La sua festa cade il 30 gennaio ed è compatrona di Vignanello insieme a San Biagio.
Cecilia Eusepi
Cecilia Eusepi
Cecilia Eusepi nacque a Monte Romano il 17 febbraio 1910. E’ stata dichiarata Venerabile il 1º giugno 1987 da Papa Giovanni Paolo II e Beata dal Cardinale Angelo Amato il 17 giugno 2012 a Nepi. Ad un mese e mezzo dalla nascita rimase orfana del padre, che prima di morire l’affidò alle cure dello zio materno Filippo Mannucci. Nel 1915, insieme alla madre, Paolina, e allo zio si stabilì nella cittadina di Nepi. A 5 anni Cecilia venne affidata come convittrice alle cure delle monache cistercensi, dove rimase fino al 1923. Nel 1922 si iscrisse all’Azione Cattolica e aderì al Terz’Ordine dei Servi di Maria. Ricevette lo scapolare nella chiesa di San Tolomeo ai Servi il 14 febbraio 1922, assumendo il nome di Suor Maria Angela. Nel 1923 a Pistoia entrò come “probanda” fra le Suore Mantellate Serve di Maria dopo notevoli difficoltà a causa della giovane età. Vi rimase tre anni, nei quali le vennero affidate anche alcune classi di asilo col ruolo di educatrice. Tuttavia la sua permanenza a Pistoia durò poco a causa della salute, che iniziò a compromettersì nell’estate del ’26 (le vennero diagnosticate una peritonite e un’infiammazione ai polmoni), al punto che l’11 ottobre dello stesso anno fu costretta a tornare in famiglia.
Gli ultimi due anni Cecilia li trascorse nell’isolamento a Nepi, costretta ad una vita molto riservata e solitaria, sempre a causa della precaria stabilità delle condizioni di salute.
In quest’ultimo periodo della sua vita, incontrò Padre Gabriele M. Roschini, Servo di Maria, che, percependo l’inclinazione alla santità di Cecilia, ne fu affezionato e competente direttore spirituale. Proprio su ordine del Padre Roschini, il 29 maggio ’27 Cecilia iniziò la scrittura del suo diario e dell’autobiografia, da lei intitolata Storia di un Pagliaccio, consegnata il 29 giugno ’27.
Cecilia Eusepi morì la notte del 1º ottobre 1928, a causa di tubercolosi intestinale.
Eugenio Anieni
Pittore patriota nacque a Sutri il 26 Gennaio 1816.
Nel 1831 Agneni si trasferì a Roma, dove nel 1847 ricevette da Pio IX l’incarico di affrescare la Sala del Trono del Quirinale.
Nel 1848 entrò a far parte della Guardia civica romana e poi della Legione romana. L’anno seguente entrò nell’esercito della repubblica romana, combattendo a Velletri.In seguito si trasferì in Francia, dove nel 1852 a Parigi si occupò della decorazione di alcune sale del museo del Louvre, e poi a Londra dove ebbe l’incarico di decorare con affreschi le stanze da letto della regina a Buckingham Palace.Fu amico e collaboratore di Mazzini, con il quale ebbe una numerosa corrispondenza.Insieme a Garibaldi nel 1866 partecipò alla spedizione in Tirolo che ritrasse in alcuni acquarelli.
A Montecitorio affrescò la Cappella ispirandosi alla vita di San Vincenzo de’ Paoli
Sapevate che…
è stata ritrovata una lettera di Mazzini indirizzata ad E. Agneni:
“Caro Agneni, ti mando una lista di sottoscrizioni iniziate. Ascolta poche parole. La posizione d’Italia è seria. È tempo che ogni buon italiano vi pensi seriamente ed aiuti. Non si tratta or più di discutere; si tratta di fare.””