Antiche le origini degli stracci di Bagnaia che prendono il loro nome dal tipo di lavorazione con cui vengono realizzati. Stirata infatti di creare una sfoglia abbastanza spessa con un impasto di acqua e farina per poi tagliarli a strisce ed essere strappati a mano in dei pezzettini di varia grandezza.
Successivamente si può scegliere di lasciarli asciugare in una spianatoia e poi messi a cuocere oppure si possono cuocere direttamente in acqua bollente
Una volta ultimata la cottura si toglie la pentola dal fuoco, eliminando una parte di acqua, si aggiunge un pugno di sale grosso e subito si riempie la pentola con acqua fredda e quindi si scola rapidamente.
La tradizione vuole, che durante l’assedio di Bagnaia da parte dei Lanzichenecchi, fossero rimaste in città solo donne, vecchi e bambini. Le donne bagnaiole di carattere forte e volitivo non solo non si persero d’animo ma, oltre ad invocare la Madonna miracolosa della Quercia, a cui erano molto devote e che le aiutò a fugare le truppe dei Lanzichenecchi, per poter sopravvivere alla fame, si inventarono questo piatto fatto solo di acqua e farina.
Così trattata prende appunto il nome di “pasta lavata” perchè perde quel carattere scivoloso che è tipico della pasta fatta con sola acqua e farina.
Il condimento che accompagna gli stracci di Bagnaia è generalmente un sugo fatto con carne di maiale o spuntature delle ossa del maiale e aggiunta di pecorino piccante, oppure più semplicemente con sugo all’aglio, olio e peperoncino e l’immancabile aggiunta di pecorino grattugiato.
I Giardini di Ararat propongono gli stracci di Bagnaia conditi alla amatriciana, alle patate (con una ricetta tipica della famiglia Belli), al tartufo e nocciole (condimento vegan) e gli stracci di cicoria al rosmarino e fichi secchi di Carmignano. Visita la Pagina dedicata ai Giardini di Ararat