La Rievocazione Storica evoca, con una serie di quadri scenici, i principali avvenimenti storici vissuti da Soriano dal 1200 al 1489
La rappresentazione più suggestiva della Sagra delle Castagne Sorianese è laRievocazione Storica che evoca, con una serie di quadri scenici, i principali avvenimenti storici vissuti da Soriano dal 1200 al 1489.
La manifestazione è interpretata da un gruppo di giovani “attori” sorianesi sotto la guida del regista Pascal La Delfa di Roma.
Gli eventi rappresentati sono:
LA ROSA E L’ANGELO
La Grande Storia passa anche per la piccola Soriano: la giovane Rosa, poi diventata la santa di Viterbo, ne viene però prima scacciata via repentinamente per il suo atteggiamento ispirato a S. Francesco, avverso ai regnanti di allora: nella notte del rigido 4 dicembre 1250, Rosa trova rifugio nell’accogliente rocca di Soriano.
Qui, prima di imboccare la strada della santità, le appare un angelo che annuncia la morte dell’imperatore Federico II, lo “stupor mundi” che aveva cambiato il mondo di allora.
Dopo pochi giorni, la profezia dell’angelo si avvera e Rosa continua la sua opera di evangelizzazione nei territori intorno a Soriano fino alla morte avvenuta pochi mesi dopo, a soli 18 anni.
LA BOLLA PAPALE
Papa Niccolò III promulga a Soriano la bolla papale “Exiit qui seminat” che riconferma l’ordine francescano e definisce la nomina pontificia per il controllo dei beni francescani. Questo evento è celebrato con un dipinto presso la chiesa di S. Maria del Poggio.
Dante Alighieri cita Niccolò III nell’Inferno, inserendo il Papa tra i simoniaci. L’abitudine al nepotismo, poi perpetrata fino a i giorni nostri, pare infatti partire proprio dal comportamento di Niccolò III, il quale assegnò principati e ducati ai suoi parenti, nel tentativo di formare un grande Stato insieme a Toscana e Romagna. Niccolò III morì nel castello di Soriano nel 1280, fatto da lui edificare in soli due anni.
L’ESECUZIONE DEL DI VICO – 1443
Con il passaggio dal Papa Martino V Colonna a Eugenio N (1431), i Colonna non riconoscono l’autorità papale e si alleano con Giacomo Di Vico, Prefetto di Vetralla per il mantenimento dei territori.
Il Di Vico a sua volta stringe alleanza con Francesco Sforza che nel 1434 scende da Milano per occupare vari territori della Tuscia.
Quando gli Sforza si pacificano con Eugenio IV, affidando la baronia di Soriano al cardinale-guerriero Giovanni Vitelleschi: questi cattura il Di Vico e lo condanna a morte, eseguendo la decapitazione in piazza.
IL “FOSSO DEL BUONINCONTRO” – 1489
Nel 1484 sale al trono Innocenzo VIII e Soriano viene affidata ai Borgia. Questi nominano castellano Didaco di Carvajal, poi assassinato a tradimento dal conte Pietro Paolo Nardini nel tentativo di impossessarsi della baronia con i vignanellesi. Ma i sorianesi scoprono l’inganno per tempo (secondo la leggenda grazie alla “Vecchietta del Carnaiolo”) e durante una memorabile battaglia sconfiggono i vignanellesi presso il “fosso del Buonincontro” evitando così di perdere il dominio sulle loro terre.
Innocenzo VIII premia la fedeltà dei sorianesi promulgando la “bolla d’oro”, concedendo privilegi alla popolazione e aggiungendo la parola “Fidelitas” allo stemma del paese.