Antico centro Falisco si sviluppò fin dal IX secolo a.C. grazie ad una aggregazione di diverse popolazioni che stazionavano nel territorio circostante. Numerose sono le testimonianze pervenute dall’area archeologica di corredi funerari risalenti al VII secolo a.C. Ritrovamenti di Ceramiche Attiche e altri manufatti in oro testimoniano l’intensa attività commerciale di cui beneficio sin dai primi secoli di insediamento grazie alla sua strategica posizione almeno fino alla prima metà del III Secolo a.c quando iniziò un lento ma progressivo periodo di decadenza e il centro Falisco fu assorbito dalla potenza di Roma in forte espansione. Situato allle pendici collinari che dal Monte Cimino scendono verso la valle del Tevere le origini di Vignanello provengono da leggende piu o meno attendibili che presentano la nascita dell’attuale centro per opera di un gruppo di persone messe in fuga dalle invasioni dei Goti, capeggiati da Alarico che trovarono nelle terre dell’antico centro falisco una dimora di sicurezza grazie alle folte boscaglie che consentirono loro un rifugio iniziale.
Inizialmente le popolazioni rifugiate scavarono grotte nella roccia e successivamente iniziarono la costrutzione di abitazion in muratura. A partirre dal 604 Vignanello fu sotto il controllo della Chiesa. Nel 853 i Monaci Benedettini edificarono l’antica rocca, mentre nel 1169 Barbarossa donò l’antico borgo alla città di Viterbo. Durante il periodo Medievale e precisamente nel 1228 dopo due anni di sanguinose lotte i Prefetti di Vico lo tolsero ai Viterbesi, che in quest’occasione ne demolirono la rocca. Sccessivamente subentrarono gli Orsini e in seguiro Vignanello fù teatro di contese fra le varie famiglie fin quando a che nel 1531, Papa Clemente VII lo concesse in feudo perpetuo a Beatrice di Pier Bertoldo, del ramo di Latera della famiglia Farnese.
Alla morte di Beatrice Farnese, le succede nel governo del feudo la figlia Ortensia, sposata con Sforza Marescotti. Papa Paolo III conferì loro il titolo comitale ed il castrum di Vignanello venne cosi’ eretto a contea. Alla morte di Sforza e Ortensina Beatrice ando in mogle di Girolamo dei Conti di Marsciano. Nel 1545 Ortensia divenne vedova vedova e governò da sola Vignanello fino al maggio 1549, quando sposò il Conte Ranuccio Baglioni.
Nel 1553 anch’egli fu assassinato da una congiura di vassalli che il conte costringeva a lavorare ad oltranza per realizzare lo scavo del fossato attorno alla rocca. Alla Morte di Ortensia nel 1582 successe figlio Alfonso Marescotti successivamente suo figlio Marcantonio a cui venne confiscato il feudo poiche come suo padre compì ogni sorta di delitti nei confronti dei vignanellesi ma el 1604 intervenne il papa che impose a restituzione del feudo a Marcantonio. I vignanellesi nonostante cercarono in ogni modo di imporsi furono costretti ad accettarlo. L’equilibrio si ristabilì con Marcantonio Marescotti, primogenito di Sforza Vicino a cui successe il feudo, ebbe inizio un epoca di serenita’ per Vignanello. Questo periodo di stabilità trovo il culmine del massimo splendore con Alessandro Marescotti Capizucchi e con suo figlio Francesco Maria, fra il 1688 ed il 1731. In questo periodo vennero effettuate numerose opere tra cui la realizzazione dei due Borghi (San Sebastiano e Molesino), la porta che guarda a Vallerano, la Chiesa dei SS. Angeli Custodi, la casa del governatore, la Chiesa Collegiata, il palazzo con gli archi. Il principe Francesco Maria Ruspoli, nel 1707 ospitò a Vignanello Georg Friedrich Handel, che qui compose e suono’ delle cantate. Nel 1798 I vignanellesi riuscirono a fronteggiare l’assedio da parte dei Francesi, che a seguito della rivoluzione di roma si dirigeva verso Napoli, barricandosi nel castello rispondono al fuoco.
Nel 1870, con l’unita’ d’Italia, Vignanello entrò a far parte del Regno d’Italia d’Italia.