Torna il “Festival della Tuscia” dove la storia si fa arte. dal 21 Settembre al 6 Ottobre

Set 23 2024

Torna il “Festival della Tuscia” dove la storia si fa arte. dal 21 Settembre al 6 Ottobre

VITERBO – Si alza il sipario sulla terza edizione del Festival della Tuscia. Partenza il 21 settembre con un doppio debutto, alle 18,30 a palazzo Brugiotti a Viterbo e alle 20,30 alla basilica di Santa Maria della Quercia. 12 tappe per 7 comuni: palazzo Ruspoli a Vignanello, Rocca Monaldeschi a Bolsena, Vallerano e Caprarola, Ischia di Castro, la sala Regia a palazzo dei Priori, Tuscia Terme, e per la prima volta il teatro dell’Unione a Viterbo.

La rassegna si apre sabato 21 settembre a Viterbo, dove a Palazzo Brugiotti (ore 18), il musicologo e giornalista Sandro Cappelletto, in conversazione con Valerio Sebastiani, è protagonista di una riflessione sul “tempo nella musica”, un tema che ha influenzato la composizione e l’interpretazione musicale attraverso i secoli. Alle 20.30, sempre a Viterbo, presso la Basilica di S. Maria della Quercia – costruita nel XV secolo e famosa per i suoi affreschi e il suo soffitto ligneo, tra i santuari mariani più importanti delle cristianità – l’attesissimo concerto del Tallis Scholars diretti dal suo fondatore Peter Phillips. L’ensemble britannico, che vanta oltre cinquanta iconiche incisioni discografiche e che lo scorso anno ha festeggiato metà secolo di attività concertistica, affronta un programma di musica sacra che include opere come il Miserere di Gregorio Allegri e la Messa a quattro voci da cappella di Monteverdi, oltre a brani di Marc’Antonio Ingegneri, Antonio Lotti e Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Domenica 22 settembre alle 20.30, sempre a Viterbo presso la Sala Regia, nota per gli affreschi che celebrano la storia della stessa città, un trio composto eccezionalmente per il Festival – il violoncellista Ettore Pagano, tra i volti più interessanti della scena contemporanea, insieme alla violinista Giulia Rimonda e al pianista Massimo Spada, raffinato esecutore, docente e Direttore Artistico della rassegna – esegue la Sonata in si minore di Respighi e il Trio in la minore Op. 50 di Čajkovskij, composto in memoria del caro amico Nikolai Rubinstein.

Il 23 settembre ci si sposta a Rocca Monaldeschi (ore 20.30), costruita nell’anno mille per volontà di papa Adriano IV a Bolsena, dove il Quartetto Klem esegue il Quartetto d’archi n. 4 di Beethoven, il Quartetto n. 1 ‘Sonata a Kreutzer’ di Janáček, ispirato alla novella di Tolstoj, e il Quartetto n. 3 del compositore russo Alfred Schnittke.

 

 

Mercoledì 25 settembre (ore 20.30) nel Comune di Vignanello a Palazzo Ruspoli, l’appuntamento è con il recital del pianista Alexander Malofeev, giovane prodigio e già vincitore del premio per giovani musicisti al Concorso Čajkovskij, che affronta un imperdibile programma lirico e virtuoso: Drei Klavierstücke D 946 di Franz Schubert, l’Andante spianato e Grande Polonaise brillante Op. 22 di Chopin e la Fantasie Op. 28 di Skrjabin.

Filippo Gorini, pianista italiano, imposto all’attenzione internazionale vincendo il prestigioso Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn, in trio con Andrea Cicalese (violino) e Maria Elisa Aricò (corno) il  26 settembre (ore 20.30) nel magnifico Palazzo Farnese di Caprarola, una delle più importanti opere dell’architettura rinascimentale italiana, è protagonista di  concerto interamente dedicato a Johannes Brahms, con la Sonata n. 3 per violino e pianoforte in Re minore Op. 108 e il Trio per violino, corno e pianoforte in Mi bemolle maggiore Op. 40.

Il 27 settembre si torna a Viterbo dove l’acustica naturale dell’Abbazia di S. Martino al Cimino esalterà i suoni caleidoscopici della flautista olandese Lucie Horsch, acclamata a livello internazionale per la sua straordinaria abilità nell’interpretare il repertorio barocco. Vincitrice numerosi premi, tra cui l’Edison Klassiek Award e nominata Artista Classico dell’Anno ai Classic BRIT Awards. Il programma, eseguito insieme al Quartetto Vanvitelli, esplora il ricco repertorio barocco con brani di Dario Castello, Nicolas Chédeville, Andrea Falconieri, G.P Telemann, Jacob van Eyck, Giovanni B. Buonamente, Tarquinio Merula e Vivaldi.

Tra gli eventi di rilievo, sicuramente va citato quello del 28 settembre al Teatro dell’Unione di Viterbo uno dei più antichi teatri della Tuscia (1844), con il recital della pianista Beatrice Rana – tra i nomi italiani più riconosciuti nel mondo – che include opere di straordinaria bellezza come le Romanze senza parole di Felix Mendelssohn, la Sonata n. 2 Op. 2 di Brahms, e due capolavori cameristi di Ravel come Gaspard de la nuit e La Valse.

Il 29 settembre (ore 18.30) a Viterbo presso il Palazzo della Provincia arriva il Sestetto Stradivari, rinomato ensemble internazionale composto da prime parti e membri dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, esegue due opere dei grandi maestri del repertorio: il Sestetto per archi in La maggiore Op. 48 di Dvořák e il Sestetto n. 1 Op. 18 di Brahms.

 

 

Domenica 3 ottobre a Vallerano, il Santuario della Madonna del Ruscello, un vero gioiello architettonico del XVII secolo, ospita il recital di Stephen Waarts, violinista americano noto a livello internazionale per sua straordinaria maturità musicale e la profondità esecutiva, vincitore del Concorso Menuhin nel 2014, ospite regolare delle principali orchestre del mondo. Il programma prevede la Partita n. 2 in re minore BWV 1004” di Johann Sebastian Bach, con la celebre Ciaccona, insieme alla Passacaglia di Heinrich Ignaz Franz Biber e alla Sonata per violino solo SZ.117 BB 124” di Béla Bartók.

Il Festival, come ogni anno, accoglie anche voci del pensiero e della critica e dopo quella di Cappelletto, il 5 ottobre (ore 18.00) nel Foyer del Teatro dell’Unione di Viterbo, la scrittrice e conduttrice Serena Dandini converserà con Fabio Canessa, che offrirà una riflessione sul suo libro “La vendetta delle muse”.

L’ultima giornata della rassegna, il 6 ottobre, si apre alle 12.00 a Tuscia Terme di Viterbo con “Gli invisibili”, la conferenza a cura di Vittorio Sgarbi che in conversazione con Fabio Canessa dedicherà  alle figure artistiche poco conosciute dal grande pubblico ma di grande rilevanza storica un approfondimento. Alle 18.30 presso l’imponente fortezza medievale Rocca Farnese di Ischia di Castro, il duo composto da Erica Piccotti (violoncello) e Gian Marco Ciampa (chitarra classica) esegue un programma ritmico e passionale che include brani di Astor Piazzolla (tra cui Adios nonino“, Invierno porteñoOblivion e Escualo), Isaac Albéniz (Mallorca Op. 202), Manuel De Falla (Asturiana e El Paño Moruno) e Enrique Granados (Danza Española ‘Andaluza’ Op. 37 n. 5).

Il Festival della Tuscia inizia la sua corsa nel tempo e con il tempo.

Definisce spazi, tempi e luoghi della musica e del teatro.

È un festival della ragione e della passione.

Consente di sentire e di vedere. Ci fa intendere cosa significhi essere virtuosi. Ci rende orgogliosi di una terra miracolosamente sconosciuta.

Ogni spazio si fa teatro… Risentire gli echi di Händel a Santa Maria del Ruscello di Vallerano è un’esperienza di temporanea delocazione. Ci aiutano Bieber, Bach, Bartók. Siamo altrove, hic et nunc, in un altro tempo.

Ascoltare Schubert, Scriabin e Chopin in Palazzo Ruspoli a Vignanello con Alexander Malofeev al pianoforte è entrare in  una dimensione di sentimenti protetti.

Saranno quartetti a Bolsena, alla Rocca Monaldeschi della Cervara; e sarà il pianoforte di Brahms ad accompagnarci nell’Olimpo di Caprarola.

A palazzo Farnese di Ischia di Castro ascolteremo rimpianti e nostalgie della Spagna.

La Tuscia avrà la sua musica, fino al Caleidoscopio instrumentale nella Abbazia di San Martino al Cimino, apoteosi del Gotico che si mostra, flauto e violino, violoncello, liuto e chitarra barocca, clavicembalo, modi diversi per far suonare un unico spazio. E molto mi compiaccio per la rianimazione spirituale delle nostre chiese nella musica.

Certo a Viterbo ci aspettano palazzo Brugiotti, la Sala Regia e, soprattutto, il teatro dell’Unione, tempio di Beatrice Rana per ascoltare il cuore romantico di Felix Mendelssohn-Bartholdy e di Johannes Brahms, attendendone la dissoluzione in Maurice Ravel.

Sono umane felicità.

Ma è un privilegio divino nella grande aula della Quercia, con Andrea della Robbia, sentire ricomporsi il Rinascimento musicale, grave e lieve, tra amori divini e martiri: Marc’Antonio Ingegneri, Claudio Monteverdi, Antonio Lotti, Giovanni Pierluigi Da Palestrina, Gregorio Allegri. “Lux aeterna” dell’ensemble vocale Tallis Scholars, diretti da Peter Phillips. Saremo noi con loro sotto il soffitto di Antonio da Sangallo il Giovane, con lo stemma di Paolo III e i gigli della famiglia Farnese.

Restano le parole, l’incrocio degli sguardi, la vendetta delle muse con Serena Dandini e Fabio Canessa, il dialogo con gli invisibili di Vittorio Sgarbi, momenti di pensieri ritrovati nei percorsi della memoria in una Tuscia che si rianima e si rivela.

PROGRAMMA

 

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