Sabato 13 agosto alle ore 21.00 si terrà una speciale visita guidata all’impianto medioevale della città abbaziale del XII secolo di San Martino al Cimino. La suggestiva visita sarà l’occasione preziosa per rivivere le vicissitudini storiche di un monumento religioso, tra i più importanti di Viterbo, che tanta fama ebbe nel Medioevo.
La visita serale inizierà dall’austera Chiesa che di giorno, come per magia, è sempre attraversata dalla luce proveniente dalla grande vetrata gotica della facciata. Sul luogo verrà narrata la sua storia, dall’architettura ai materiali impiegati per edificarla, con una dovuta e attenta sosta davanti al magnifico e grande stendardo processionale di Mattia Preti.
Poi proseguirà nel grande dormitorio monastico, nella biblioteca e in altri spazi del complesso abbaziale, come l’antico scriptorium dei monaci, grande sala risalente al 1214 ed espressione della purezza dell’architettura gotico-monastico, dove sono custodite numerose opere pittoriche di grande interesse e i paramenti liturgici di papa Innocenzo X.
Infine l’incontro si concluderà nella sala del capitolo, in parte affrescato tra il XV e XVII secolo da importanti artisti dell’epoca, dove vi sono ancora mobili e suppellettili originali appartenenti al periodo pamphiliano.
L’iniziativa è promossa dall’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino-Parrocchia di S. Martino Vescovo.
La storia dell’abbazia di S.Martino in Montibus è legata allo sviluppo della via“Francigena di Montagna” che i monaci definirono con l’appellativo di “diverticolo”. La più antica menzione del monastero risale al febbraio dell’anno 838, quando Il nobile Benedetto, figlio di Auperto, abitante nel vico Flaviano donava la primigenia fondazione a Siccardo, tredicesimo abate di Farfa. Papa Eugenio III, cistercense, nel 1145 affida il monastero ai monaci del suo ordine provenienti da
San Sulpice. L’abbazia avrà un notevole sviluppo dal 1207, quando papa Innocenzo III affida l’abbazia direttamente alla casa madre cistercense di Pontigny. E’ il periodo più fiorente, si riprendono i lavori e le opere di ampliamento nell’espressione più alta dell’architettura gotico-cistercense, che possiamo ammirare ancora oggi. Nel 1460 l’abbazia fu posta sotto il controllo del Patrimonio di San Pietro e governata da illustri cardinali in varie epoche, dai Piccolomini, Della Rovere, Farnese, Aldobrandini, fino ad arrivare nel 1644 alla famiglia dei Pamphilj. Il borgo medioevale cresciuto attorno all’abbazia cistercense, fu trasformato per volere di Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj che si avvalse dell’opera del Borominini, di Virgilio Spada e dell’architetto Marcantonio de Rossi a cui affidò la ristrutturazione del borgo, dando al nuovo borgo un notevole impulso a livello urbanistico, demografico ed economico. “Non un borgo ma città, non una città ma il mondo” così fu definito San Martino ai Monti, dal pontefice Innocenzo X durante da sua visita dell’ottobre del 1653.
Ingresso libero, eventuali donazioni saranno devolute per la sistemazione della vetrata della chiesa.
Per info e prenotazioni: 340 5007 296.