Si è conclusa la sera di lunedì 25 luglio, con il concorso che ha decretato il miglior autoctono tra i vini intervenuti ai banchi d’assaggio, l’appena trascorsa edizione di Giro di Vino -TusciAutoctona 2022.
La giuria tecnica, che si è riunita nonostante la congiuntura storica e con un’agenda dettata dal caldo senza tregua e dalle agognate ferie, ha visto partecipare i referenti delle maggiori associazioni di settore del territorio, a cui va un ringraziamento per la professionalità e la passione che hanno dimostrato, non solo verso il compito che gli è stato affidato, ma anche verso il territorio espressione dei vini presenti alla manifestazione.
I vincitori, ci piace sottolinearlo al di là dei punteggi ottenuti e delle classifiche, sono tutti i produttori che hanno partecipato con forza e determinazione alla quinta edizione di Giro di Vino-TusciAutoctona, in un anno economicamente non semplice per le aziende vinicole.
L’adesione a iniziative come questa, che il Comune di Capranica sta portando avanti con tenacia e determinazione e che sono così necessarie per il territorio della provincia di Viterbo, sono sintomo di quanto le aziende vinicole stanno lavorando premendo l’acceleratore sulla qualità dei vini del territorio. Una forte volontà nel voler cambiare i tratti somatici di quella Tuscia del vino che fino a qualche manciata di anni fa era scarsamente considerata nel panorama vitivinicolo nazionale, ma che negli ultimi tempi sta diventando sempre più faro di autenticità, sostenibilità e artigianalità, anche e soprattutto, fuori dalle consolatorie “mura domestiche”.
Parlare di vino della Tuscia diventa oggi un elemento di grande responsabilità: testimonia che il nostro territorio è destinato a recuperare una produzione vinicola che gli appartiene storicamente e dalla forte impronta qualitativa, sempre più veicolo di diffusione culturale e turistica che tanto fa bene alla Tuscia etrusca.
Per questo, due parole sono dovute per il miglior autoctono bianco e il miglior autoctono rosso usciti dalla manifestazione.
Tra i bianchi, con un punteggio di 91.38 centesimi, il vincitore è il Malandrino di Casamecocci, a Vignanello, azienda giovane che ha recuperato vecchi vigneti e ha ostinatamente ripercorso quella che era la tradizione vinicola di un territorio che vanta testimonianze storiche antichissime, ma in cui fare vino rischiava di essere impresa dimenticata.
Per i rossi invece, con 93.38 centesimi (il punteggio più alto fra tutti, che ne fa il vincitore assoluto della manifestazione) è risultato vincitore Aita 2019 dell’azienda Muscari Tomajoli di Tarquinia, un’azienda che da sempre si è imposta per la sua attenzione al territorio e la qualità dei suoi vini, ma che con Aita ha puntato ad essere ambasciatrice del territorio nel mondo; questa selezione di Montepulciano, infatti, è frutto di un progetto di eccellenza che racconta del territorio e della sua storia in ogni elemento che lo caratterizza: dal nome, all’etichetta, all’espressività della terra che esprime.
Di seguito il podio dei bianchi e dei rossi.
Autoctoni bianchi:
1° classificato
Malandrino 2020, Casamecocci (Vignanello)
punteggio di 91.38/100
2° classificato
Colle de’ Poggeri Moscato 2021, Cantine Stefanoni (Montefiascone)
punteggio di 91,37/100
3° classificato pari merito
Terre Vineate 2021 Orvieto Classico Superiore Doc, Palazzone (Orvieto)
Vardano 2020 Grechetto Igp Umbria, Cantine Neri (Orvieto)
punteggio di 90.62/100
Autoctoni rossi:
1° classificato e vincitore assoluto della manifestazione
Aita 2019, Muscari Tomajoli (Tarquinia)
punteggio di 93.38/100
2° classificato
Grechetto Rosso 2016 Colli Etruschi Viterbesi, Podere Elvella (Trevinano)
punteggio di 93,25/100
3° classificato
Thesan 2017 Igp Lazio, Le Lase (Orte)
punteggio di 92.62/100