Ci sono mestieri che segnano ed insegnano. Senza filtri né scuse. Manifestano la vita così com’è in tutte le sue sfumature. Certo è che serve uno sguardo attento e un bel sorriso. Ho incontrato Alessandro Piccioni, proprietario insieme a Giuseppe Gregori, detto Pino, del New Bar Le Iene, che si trova a Viterbo, in Largo Bruno Buozzi.
“Il barista è un lavoro duro. Non ci si pensa mai, ma è impegnativo più di quanto si creda, abbiamo da poco festeggiato cinque anni di attività. È dura, ti dicevo, ma le soddisfazioni sono tante. Chi sta al di là del bancone vede solo il “prodotto finito” se così posso dirti, in realtà ci vuole tanta pazienza, spalle larghe e una buona dose di umiltà, che attenzione, non deve essere confusa con mancanza di carisma o scarsa educazione. Posso dire che il nostro lavoro è un gioco di equilibri sottili. Ci passa davanti un microcosmo davvero interessante di umanità ed il bello è esattamente questo. Imparare a rapportarsi con tutti i clienti che vengono al bar. Dedicando poi, maggiore attenzione a coloro che sono completamente diversi da noi per modi di fare o di essere. Imparare a cogliere i dettagli, le storie che le persone ti raccontano, come si sentono quando vengono qui e custodire quello che dicono. Prestare ascolto senza giudizio. Personalmente, questo mestiere, lo renderei obbligatorio ai giovani almeno per un anno, un po’ come la leva militare. Ti sveglia. Ti insegna il silenzio. La concentrazione. Ti rende lucido, ti aiuta a comprendere di chi puoi fidarti.
È la palestra esatta per tutti quelli che vogliono comprendere meglio che sentenziare su qualcuno è solo un’occasione persa per imparare qualcosa di nuovo. Il barista è quello che sta sempre bene, ha una parola buona per tutti e si esprime ogni volta che è chiamato in causa. Amo questo mestiere poiché ogni giorno ho di fronte una piccola grande comunità che si esprime in fragilità, debolezze, gioie, amori dolori, tutto. E non è che ti fa sconti. Ogni persona porta al bar qualcosa di sé ed il più delle volte si aspetta qualcosa come la gentilezza, servita con un buon caffè. Le parole, i gesti, gli atteggiamenti. Tutto è importante. Tutto segna e insegna. Sta alla persona scegliere di apprendere. Tra le nostre proposte aperitivi ricchi in settimana, più corposi nei weekend, pizze, tramezzini, panini, ottime colazioni al mattino, quando ci sono le partite di calcio, tipo oggi che gioca la Roma, facciamo cene collettive con i clienti del bar, che diventano amici, un modo per stare insieme, per aiutare anche tutti coloro che sono da soli a casa, penso agli anziani del quartiere. Facciamo anche serate a tema e serate musicali. A tutti coloro che vogliono o hanno intenzione di intraprendere questo mestiere, mi sento di dire che bisogna pensarci bene, servono mani e spalle grandi, ma è il sentire le persone che fa la differenza e per poterlo fare, occorre esperienza e un cuore attento, vigile, grande”.